The old village
Year – 2015
Location – Laos
Story
The south of Laos was one of the places that fascinated me the most. In 2015, I encountered a country where signs of change were already evident. Traditional wooden stilt houses were quickly being replaced by concrete villas, and electricity was distributed to most localities. Despite this, it was still possible to come across hidden places in the forest that continued to follow the rhythm of nature.
One day, while photographing a water buffalo, I came across a group of women heading into the forest, so I decided to follow them. After about thirty minutes of walking, we arrived at a tiny village, without electricity, that mainly survived on fishing.
When the youngest children saw me arrive, they ran to their parents, crying and screaming. A few days later, they made me understand that their reaction was because they had never seen a “white” person before. In 2015, the three-year-old children had never seen anyone from outside the village! Incredible. Suddenly, I felt like Indiana Jones. In reality, it was entirely normal; the village was not along a tourist route, it had no electricity, hence no TV, and the global spread of those infernal internet-connected smartphones had not yet reached them.
I returned to the village for several days and followed some of the villagers and children during their fishing sessions or while they played in the streams and the Mekong. Thanks to them, I had the extraordinary and unique opportunity to travel back in time and discover what life must have been like before the industrial era. For a few days, that old village became a time machine. To this day, I remember that experience with awe and wonder in my heart.
Racconto
Il sud del Laos è stato uno dei luoghi che più mi ha affascinato. Nel 2015 incontrai un paese nel quale erano già evidenti i segni del cambiamento, dalle palafitte tradizionali in legno si stava velocemente passando alle ville in cemento e la corrente elettrica era distribuita nella maggior parte delle località. Nonostante ciò era ancora possibile imbattersi in luoghi nascosti nella foresta che andavano avanti seguendo il ritmo della natura.
Un giorno, mentre fotografavo un bufalo d’acqua mi imbattei in un gruppo di donne che si addentravano nella foresta, così decisi di seguirle. Dopo circa trenta minuti di camminata arrivammo in un piccolissimo villaggio, privo di luce elettrica, che viveva per lo più di pesca. Quando i bambini più piccoli mi videro arrivare scapparono dai genitori gridando e piangendo. Qualche giorno dopo mi fecero capire che la reazione era conseguente al fatto che non avevano ancora mai visto un “bianco”. Nel 2015 i bambini di tre anni ancora non avevano visto nessuno al di fuori del villaggio! Incredibile, all’improvviso mi sembrò di essere Indiana Jones. In realtà era del tutto normale, il villaggio non si trovava lungo na rotta turistica, nel villaggio non c’era luce elettrica, quindi niente TV e ancora non c’era stata la diffusione globale degli infernali smartphone connessi a internet.
Tornai nel villaggio per diversi giorni e segui alcuni abitanti del villaggio e anche i bambini durante le sessioni di pesca o di gioco nei torrenti e nel Mekong. Grazie a loro ebbi la possibilità straordinaria e irripetibile di fare un salto indietro nel tempo e potei scoprire come doveva essere la vita prima dell’era industriale. Quel vecchio villaggio divenne per qualche giorno una macchina del tempo. Ancora oggi ricordo quella esperienza con stupore e meraviglia nel cuore.